Conclusi gli attivi unitari, articolati nei tre incontri interregionali di Napoli (22 marzo), Venezia (28 marzo) e Roma (29 marzo), i cinque maggiori sindacati del comparto Istruzione e Ricerca compiono il passaggio che prelude alla proclamazione di azioni di lotta, inviando la richiesta di tentativo di conciliazione ai soggetti interessati: MIUR, Funzione Pubblica, Commissione di Garanzia. L'invio è avvenuto nel pomeriggio di oggi e ora si attende di vedere quale sarà il riscontro, in base al quale seguiranno le decisioni di un inasprimento della vertenza.
A chiamare in causa con forza il ministro Bussetti è stata ieri, in chiusura della riunione di Mestre cui partecipavano le regioni del nord Italia, la segretaria della Federazione Scuola, Università e Ricerca CISL, Maddalena Gissi. "La procedura di conciliazione che chiediamo di attivare - ha voluto chiarire - non è una messinscena, l’obiettivo è di aprire un confronto vero e serio. Questo ministro torni a rapportarsi come nella fase iniziale del suo mandato, quando ci era parso che potesse proseguire il clima positivo di relazioni sindacali avviato nella precedente Legislatura dalla ministra Fedeli. L’agenda delle nostre rivendicazioni è puntuale e chiara, se il ministro ha la possibilità e la volontà di dare risposte lo faccia. Ci dica se è in grado di impostare un atto di indirizzo per il rinnovo del contratto, ci dica se il Governo è pronto ad aprire un grande dibattito sull’autonomia regionale coinvolgendo anche le parti sociali. Questo gli chiediamo. Ma se risposte non ce ne saranno, sappia che la mobilitazione farà il suo corso, e nessuno potrà parlare di uno sciopero proclamato ‘a prescindere’, men che meno di uno sciopero politico per mettere in difficoltà un Governo. Sarà, come sempre è stato per noi, uno sciopero con obiettivi precisi e chiari, nella migliore tradizione e cultura del sindacalismo scolastico italiano”.
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