Gissi, colpire gli abusi della legge 104 si può e si deve
Il numero, elevatissimo, di docenti trasferiti con le precedenze legate alla legge 104 e gli squilibri che il fenomeno evidenzia fra le diverse aree territoriali sono dati che fanno di per sé notizia e sui quali è inevitabile e doveroso interrogarsi. Chi lo ha fatto in questi giorni ha almeno due meriti: il primo è avere sottolineato che il ricorso ai benefici prevale nelle realtà in cui è nettamente inferiore l’offerta di servizi socio assistenziali e socio sanitari; il secondo, avere riaffermato con chiarezza che le norme di sostegno ai disabili e a chi li assiste sono norme di civiltà che non possono e non devono essere messe in discussione.
Non manca un accenno al sindacato, e alla tiepidezza con cui denuncerebbe (“senza gesti di rottura”) i casi di abusi e irregolarità. Prima di tornare su questo, una considerazione più generale: le regole per la mobilità sono definite, come è noto, per contratto. E proprio sulle precedenze legate alla disabilità emerge in modo particolare l’intreccio fra contratto e legge, con i vincoli che quest’ultima pone rispetto alle scelte contrattuali. Praticamente impossibile, per chi contratta, aggiungere o togliere qualcosa a quanto la legge stabilisce: in ogni caso, il contratto sulla mobilità prevede che le condizioni che danno titolo a precedenza siano rigorosamente documentate, escludendo ad esempio ogni forma di autocertificazione.
Ma torniamo agli abusi, ai cosiddetti “furbetti della 104”, che i benefici di legge e contrattuali li ottengono grazie a certificazioni false. Al riguardo, appaiono un po’ sorprendenti le affermazioni di chi si dichiara “disarmato” di fronte all’asserita mancanza di norme, che finirebbe per lasciare sostanzialmente impunito chi si avvale di certificazioni false. Chi accerta la falsità di documentazioni ha non solo la possibilità, ma il dovere di denunciare alle autorità competenti sia chi le ha rilasciate, sia chi se ne avvantaggia.
Su questo non c’è proprio alcuna ambiguità da parte nostra: esigiamo che si proceda col massimo rigore, come atto dovuto a chi è ingiustamente danneggiato da comportamenti riprovevoli, ma anche perché colpire gli abusi di una norma è indispensabile per difenderne il valore rispetto a ogni tentativo di ridimensionarla cavalcando strumentalmente il clamore suscitato da comportamenti scorretti e illegali. Va scritto nel contratto che il trasferimento ottenuto con documenti falsi dev’essere annullato? A noi sembra superfluo, ma siamo prontissimi a inserire questa precisazione, se l’Amministrazione e chi la rappresenta sul territorio ne ha bisogno per assumere le sue decisioni.
Roma, 3 luglio 2017
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola