"Diamo un giudizio positivo del percorso prospettato oggi dal Governo e del lavoro svolto e lo inseriamo in un altrettanto positivo giudizio sul fatto che questa finanziaria da 20 miliardi praticamente si rivolga a temi sociali importanti". Lo ha sottolineato la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, allargando la sua visione al complesso delle misure contenute nella manovra, al termine dell'incontro conclusivo sul capitolo pensioni, svoltosi martedì 21 novembre a Palazzo Chigi. A seguito del confronto con i sindacati, il governo mette altri 300 milioni sul tema della previdenza; dall'aumento dell'età pensionabile, che scatterà nel 2019, vengono esclusi 30mila lavoratori.
"La mia preoccupazione - ha detto Annamaria Furlan - è che nell' iter della manovra tanti diversi portatori d'interesse tenteranno di destinare ad altro queste risorse, noi vigileremo per garantire che vadano ai lavoratori e alle lavoratrici".
"Sulla previdenza avevamo già scardinato, con l'Ape Social, un concetto basilare della legge Fornero, e cioè che tutti i lavori sono uguali. Lo facciamo ancora bloccando l'aumento automatico dell'età per quindici categorie di lavori. La commissione di cui faremo parte avrà la possibilità di allargare eventualmente il numero di queste 15 categoria. Una volta per tutte il concetto alla base della legge Fornero, che tutti i lavori sono uguali, è stato derubricato nel nostro Paese".
Trova conferma anche la presenza delle insegnanti di scuola dell’infanzia tra le 15 categorie escluse dall’aumento automatico dei requisiti anagrafici: una conferma che non poteva darsi per scontata e che l’intesa col Governo dovrebbe mettere al riparo anche da eventuali “incursioni” nel corso del dibattito parlamentare sulla legge di Bilancio.
“I risultati raggiunti – continua Furlan - dimostrano che quando si fanno accordi col sindacato i diritti, le possibilità per gli uomini e le donne di questo paese crescono e non diminuiscono. Le valutazioni si fanno sull'esistente, non sui desiderata. E Babbo Natale non esiste - ha poi aggiunto - l'aver messo in sicurezza tanti lavoratori per cui ci sarebbe stato l’aumento dei requisiti anagrafici richiesti per la pensione è un buon lavoro che va tutelato. Bisogna stare con i piedi per terra".
Sulle pensioni, ha ricordato la segretaria generale della Cisl in una nota diffusa qualche giorno fa, fino allo scorso anno la legge Fornero sembrava immodificabile. Un anno fa è stato firmato unitariamente un protocollo con il governo per avviare una prima fase di modifiche. Oggi viene compiuto un secondo passo in avanti, partendo dal concetto che non tutti i lavori sono uguali e che i lavori più gravosi vanno sottratti alle regole della Fornero. È il caso di precisare che l’adeguamento della età della pensione di vecchiaia alla aspettativa di vita non viene certo stabilito oggi, ma stava nelle regole precedenti. Limitarsi a un semplice rinvio dell’adeguamento avrebbe significato solo prendere tempo, senza nessun vantaggio certo per i lavoratori. Con questo accordo, si rivedono i meccanismi di calcolo futuri sulla cosiddetta “aspettativa di vita”. Anche in questa occasione la Cisl si è comportata al 100% da sindacato; un sindacato che contratta, che sa valutare quando è opportuno portare a casa risultati, seppur parziali, che non avrebbe senso vanificare quando non ci sono reali prospettive di ottenere di più. Si tratta peraltro di risultati che non impediranno certo di continuare a rivendicare ulteriori modifiche, contrattando anche con il futuro governo: da quello oggi in carica, con questi chiari di luna e a pochi mesi dalle elezioni politiche, era praticamente impossibile ottenere di più.
Per la Cisl, che ha fatto il punto sull'intesa con un dettagliato volantino, è sempre stato così, ci si confronta con l’interlocutore che c’è, in piena autonomia e assumendosi la responsabilità delle scelte necessarie. Non saremo mai disponibili ad affidare le nostre sorti, e quelle delle persone che rappresentiamo, a quanto altri potranno decidere in un futuro quanto mai incerto e imprevedibile. Siamo invece più che mai determinati a continuare anche in seguito il nostro impegno per fare altri passi in avanti su temi come la lotta alla povertà e il diritto alla non autosufficienza, confermando come obiettivo prioritario il sostegno al lavoro e all’occupazione giovanile. Il nostro Paese si sta forse lasciando alle spalle una dura crisi, ma permangono molte emergenze, nel mondo del lavoro e più in generale nella società, rispetto alle quali non è proprio possibile abbassare la guardia.