Sul reclutamento non ci siamo, non va bene il metodo con cui il Governo si appresta a intervenire, non convince un impianto farraginoso e lacunoso al tempo stesso. Sul metodo, siamo ben lontani da quanto sta scritto nel patto per la Scuola, con l’impegno a sostenere processi di “innovazione condivisa”, a partire proprio dal reclutamento su cui vi era l’impegno ad attivare un tavolo di confronto, impegno ad oggi completamente disatteso.
La lacuna più grave per il sistema di reclutamento che si prefigura è l’assenza di quanto la CISL Scuola rivendica da tempo, ossia un canale parallelo a quello dei concorsi destinato a valorizzare l’esperienza di lavoro maturata sul campo dal personale precario, assicurando a chi lavora per anni nella scuola, accanto a un forte supporto formativo di carattere abilitante, una prospettiva di stabilizzazione, con tutte le necessarie verifiche di qualità e competenza che una concreta esperienza di lavoro consente e che potrebbero trovare formale riconoscimento, come in generale avviene per tutti, nell’anno di prova.
Sulla procedura concorsuale illustrata dal Ministro, l’impressione è che si tratti di un impianto ancora una volta costruito sulla carta, a forte rischio di incagliarsi nelle secche di una difficile gestione, come accaduto per altri progetti in passato. Davvero si fatica a immaginare che possa essere un meccanismo attivabile ogni anno: la complessità della procedura, unita all’assenza di un canale parallelo destinato a chi ha maturato esperienza di lavoro, fa venir meno quello di cui ci sarebbe assolutamente necessità, cioè un sistema che assicuri regolarmente, ogni anno, la possibilità di assumere il personale di cui le scuole hanno bisogno. Non ci si chieda di accettare questo “pacchetto” avendone ricevuto solo una mera e tardiva informazione, a pochi giorni da un varo per decreto che ancora una volta si dimostra il modo sbagliato di affrontare i problemi della scuola.
Bene l’intenzione di rafforzare e rendere sistematica la formazione in servizio, e non abbiamo preclusioni a possibili ricadute della formazione anche in termini di valorizzazione professionale e retributiva: ma si tratta di temi squisitamente contrattuali, non accettiamo l’ennesima invasione di campo legislativa su materie che vanno discusse al tavolo negoziale. Chiediamo piuttosto al Ministro, oltre che di sostenere con coerenza il Patto per la scuola, che fine ha fatto l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto, nel quale peraltro erano contenuti spunti interessanti proprio in materia di formazione e valorizzazione della professionalità. Si apra il più rapidamente possibile la trattativa, restituendo al tavolo negoziale le sue competenze anche al fine di un coinvolgimento nei processi di innovazione legati alle scelte del PNRR.
Roma, 12 aprile 2022
Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola