Bergamo, 26 ottobre 2021
E' da tempo, ormai, che tutte le attenzioni sono state rivolte alla pandemia che ha avuto il potere di sconvolgere i nostri stili di vita e di gettarci nel panico delle incertezze in merito a qualsiasi progetto di vita a medio-lungo termine.
Oggi, finalmente, pur mantenendo tutte le cautele che, unitamente ai vaccini ci hanno consentito di “tornar a rivedere le stelle”, possiamo investire le nostre energie per cogliere al meglio le opportunità che ci vengono offerte.
Il percorso è certamente impegnativo ma non possiamo disconoscere che i decisori politici ed economici hanno preso coscienza del fatto che vi sia uno stretto legame tra sistema educativo e sviluppo del nostro Paese.
La scuola, di fronte ai cambiamenti in atto ha assunto il ruolo di una grande questione nazionale.
Pertanto, necessita urgentemente di opportuni interventi (rinviati da anni) volti a ridisegnarne la struttura e la missione perché possa far lievitare quel “capitale sociale” di risorse umane funzionali a garantire la crescita.
Non possiamo disconoscere che occorre analizzare opportunamente i cambiamenti radicali intervenuti nei processi produttivi e, di conseguenza, nelle funzioni lavorative che si caratterizzano in particolare per la flessibilità, per le competenze comunicative e per la solida padronanza delle infrastrutture tecnologiche.
Pertanto, vanno affrontati sia i problemi legati alla formazione di tutto il personale scolastico e al riconoscimento anche salariale dell’improbo compito loro affidato (tra cui quello di favorire e accompagnare la realizzazione dei progetti di vita di tutti e di ciascuno), sia quelli legati ai nuovi percorsi formativi degli studenti e alle strutture necessarie previste nel PNRR perché si possano realizzare gli obiettivi attesi.
Tra questi, non ci sfuggono certo la soluzione del problema precariato e della rivisitazione del reclutamento, l’eliminazione delle “classi pollaio”, l’introduzione di percorsi volti a depotenziare il fenomeno sempre crescente della denatalità, il tempo pieno per tutti al fine anche di circoscrivere le disuguaglianze e le sempre crescenti emergenze educative che fanno registrare uno scarto troppo elevato di abbandono della scuola tra noi e gli altri Paesi europei.
Perciò dobbiamo coinvolgerci con passione nella rivendicazione di un decisivo riposizionamento della scuola e del personale nel nuovo contesto culturale e sociale che richiede relazione, dialogo e stimoli a che i nuovi linguaggi siano utilizzati criticamente dagli studenti.
Tutto questo, ricordiamolo ancora una volta, richiede
IMPORTANTI INVESTIMENTI.
Noi, Cisl e Cisl Scuola Bergamo siamo pronti ad offrire il nostro contributo: ci auguriamo che, i decisori politici siano disponibili all’ascolto di tutti e che, al più presto, si avviino le trattative per il contratto e si aprano i cantieri per la realizzazione dei progetti attesi.
Per la Segreteria Cisl Scuola Bergamo
Paola Manzullo