Una corretta valutazione dell’intesa sottoscritta il 1° ottobre al MIUR può essere fatta solo tenendo conto delle diverse posizioni che si sono confrontate durante un negoziato lungo e complesso, nel corso del quale la parte pubblica si è sempre mostrata molto articolata al suo interno, come dimostrato dalla formula “salvo intese” con cui il Consiglio dei Ministri del 6 agosto aveva licenziato il decreto Bussetti. Poi è sopravvenuta una crisi di governo, risolta con la formazione di un nuovo Esecutivo e conseguenti avvicendamenti al vertice del ministero dell’istruzione. In questo scenario, dal quale sarebbe quanto meno irrealistico prescindere, è ripresa subito dopo il suo insediamento la trattativa col ministro Fioramonti, volta a ottenere risultati concreti e immediati su due obiettivi di fondo: dare opportunità di stabilizzazione del rapporto di lavoro al più alto numero possibile di precari non abilitati con una procedura straordinaria di reclutamento, come già avvenuto per i docenti della scuola primaria e dell’infanzia individuare in via strutturale, e non solo transitoria, percorsi per il conseguimento dell’abilitazione cui possa accedere chi dispone di consistente esperienza di lavoro, in alternativa al superamento di un concorso ordinario che oggi rappresenta, per la secondaria, l’unico canale abilitante Obiettivi e strumenti L’intesa sottoscritta col Ministro risponde a entrambe le esigenze poste dai sindacati, pur se l’attuazione dei contenuti è affidata a strumenti legislativi diversi, questione su cui si è concentrata la parte finale del negoziato, nella quale ci si è misurati con la forte determinazione del MIUR a limitare l’intervento per decreto alle sole questioni di accertata necessità e urgenza. Per questo, ad esempio, la proposta iniziale del Ministro è stata di rinviare a un disegno di legge delega il tema dei percorsi di formazione iniziale e di abilitazione, proposta poi ulteriormente precisata con l’indicazione – esplicitamente ripresa nel testo dell’intesa - che si tratterà di un disegno di legge collegato alla legge di bilancio, quindi gestibile entro scadenze più ravvicinate. Abilitazione non solo per i vincitori La soluzione prefigurata nell’intesa, per le modalità con cui sarà strutturato il concorso straordinario, consentirà a chiunque superi la prova iniziale, anche non risultando vincitore, di accedere a una procedura per conseguire l’abilitazione assai più rapida e meno onerosa di quanto sarebbero avvenuto in altre possibili ipotesi. La risposta che nell’immediato si dà a un’esigenza fortemente avvertita fra il personale precario diventa anche un preciso orientamento per quelle soluzioni “a regime” affidate a un disegno di legge i cui contenuti saranno definiti dal Ministro in esito a “un confronto approfondito con le organizzazioni sindacali”. Si delinea in sostanza – e non era affatto scontato - la prospettiva di procedure abilitanti che tengano conto e valorizzino adeguatamente, anche rispetto ai requisiti di accesso, l’esperienza di lavoro acquisita. Tutto ciò non solo eccezionalmente in una fase transitoria, ma nell’ambito di una disciplina strutturale dei percorsi di formazione e di abilitazione del personale docente. Com’è strutturato, e perchè, il concorso straordinario Sulle modalità di svolgimento del concorso straordinario, l’intesa è frutto di una mediazione rispetto all’assoluta indisponibilità del MIUR a soluzioni che non prevedessero una selezione in ingresso. Da qui l’individuazione di una prova scritta “computer based”, consistente in un questionario a risposta multipla, da intendersi superata per chi ottiene un punteggio di 7/10. Il superamento della prova è preliminare alla compilazione della graduatoria, in base alla tabella dei titoli che sarà a tal fine predisposta e da cui si attingerà per l’assunzione dei vincitori. In totale almeno 24.000, quanti sono i posti che nell’intesa vengono assegnati al concorso straordinario, da bandire contestualmente a quello ordinario, cui andranno altrettanti posti (24.000). Destinatari del concorso straordinario i precari con almeno tre anni di servizio, anche su sostegno, nella scuola statale, di cui uno sulla classe specifica per cui intendono concorrere. Abilitazioni, un profondo cambiamento di scenario Difficile sostenere che con quest’intesa non cambi nulla, in positivo, per i precari di terza fascia della scuola secondaria, tenuto conto che l’attuale quadro normativo riserverebbe loro in prospettiva solo il concorso ordinario come unico canale di accesso ai ruoli, ma anche come unico percorso per conseguire un’abilitazione. L’intesa modifica profondamente questo scenario, ampliando nell’immediato e in prospettiva le opportunità di abilitazione. In questa direzione il nostro impegno prosegue da subito al tavolo di confronto per la predisposizione del disegno di legge collegato alla legge di bilancio (quindi da approntare in tempi ristretti), fermo restando l’orientamento più volte espresso dalla CISL Scuola per un sistema di reclutamento a doppio canale (concorsi ordinari per esami e titoli, concorsi per soli titoli in cui valorizzare l’esperienza acquisita sul campo). Rimandiamo per questo ai dossier scaricabili nella specifica sezione del nostro sito. Altre questioni: facenti funzioni DSGA, GAE e Graduatorie Concorsuali L’intesa interviene anche su altre questioni oggetto dell’accordo di Palazzo Chigi del 24 aprile scorso, cui fa esplicito riferimento in premessa, con l’obiettivo di darne piena e puntuale attuazione. Saranno quindi oggetto del decreto legge: il bando di un concorso straordinario a posti di DSGA riservato al personale assistente amministrativo facente funzione (per almeno tre anni negli otto precedenti il bando), anche in deroga al requisito del possesso della laurea. L’Intesa, in sostanza, impegna il Miur ad applicare nella scuola quanto previsto dalle nuove norme sul lavoro pubblico in materia di mobilità professionale (articolo 22 comma 15 del D.Lvo 75/2017) la possibilità, per gli aspiranti inseriti nella Graduatorie ad Esaurimento (GAE) e nelle Graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018, di presentare istanza per essere assunti in ruolo nel 2020/2021 in provincia diversa (per le GAE) o in regione diversa (per GM 2016 e GM 2018) qualora residuino posti una volta ultimate le assunzioni di tutti gli aspiranti inclusi nelle graduatorie attive sul territorio Il disegno di legge Per quanto riguarda il disegno di legge, ad integrazione di quanto già detto in precedenza, va evidenziato come le procedure abilitanti che saranno disciplinate in via strutturale riguarderanno, oltre ai precari con tre annualità di servizio nella scuola statale, anche quelli in servizio nella scuola paritaria, i docenti già di ruolo in ogni ordine e grado, i dottori di ricerca, e in generale tutti coloro che sono in possesso del titolo di studio di accesso all’insegnamento. L’emergenza diplomati magistrali Al tavolo di confronto, ancorché il tema non rientrasse originariamente fra quelli in discussione, essendo già stato oggetto di intese col precedente Governo e conseguenti provvedimenti volti a risolvere la situazione determinatasi a seguito della nota sentenza del Consiglio di Stato (bando dei concorsi straordinari sia per la scuola primaria che per la scuola dell’infanzia, misure del decreto “dignità” per salvaguardare la continuità di servizio), la CISL Scuola e le altre organizzazioni hanno posto con forza la necessità di intervenire sulla situazione che si sta determinando per effetto delle pronunce di merito in corso di emanazione da parte dei TAR, col rischio di gravi discriminazioni legate alla tempistica delle sentenze stesse. La richiesta di inserire nel decreto legge l’estensione al 2019/20 delle misure previste dal decreto “dignità” non è stata accolta dal Ministro, preoccupato di possibili rilievi da parte del MEF che avrebbero potuto pregiudicare, a suo avviso, l’immediato varo del decreto legge. Lo stesso Ministro tuttavia, dichiarando di convenire sulla necessità di individuare soluzioni in tempi celeri, ha assicurato l’apertura immediata di un tavolo specifico presso l’Ufficio di Gabinetto, richiamato nella parte conclusiva dell’intesa, in merito alle sentenze riguardanti i diplomati magistrali oltre che all’avvio del confronto sul rinnovo del CCNL. A quel tavolo la CISL Scuola riproporrà con forza le sue richieste, a salvaguardia della continuità didattica e di servizio, nel pieno rispetto di tutti i diritti che vanno tenuti in debita considerazione nella complessa vicenda dei diplomati magistrali, frutto anche di iniziative condotte da soggetti che impropriamente (e incautamente) confondono azione sindacale e contenzioso legale. Determinazione, concretezza, responsabilità Per tutte queste ragioni, la CISL Scuola ha ritenuto di sottoscrivere un’intesa fortemente voluta e alla cui costruzione ha contribuito insieme alle altre organizzazioni sindacali con qualificati e competenti contributi di merito, frutto di una profonda conoscenza dei problemi, alimentata dal quotidiano e costante contatto col mondo della scuola e del personale precario in particolare, e soprattutto sorretta dalla capacità di decidere come e quando un risultato può essere considerato il migliore possibile nelle condizioni date. Questo è da sempre il modo di fare sindacato della CISL Scuola, all’insegna della determinazione, della concretezza e della responsabilità. Di questo, non di proclami e parole vuote, hanno bisogno lavoratrici e lavoratori, che anche per questa ragione affidano in così larga misura alla nostra organizzazione la loro rappresentanza. Roma, 2 ottobre 2019 Files: Intesa_sindacati_miur_del_primo_ottobre_2019_01.pdf587 K