“Avevamo molto apprezzato la tempestività della convocazione dell’incontro di oggi, così come la scelta degli argomenti all’ordine del giorno, avvio dell’anno scolastico e precariato, tema quest’ultimo di particolare urgenza e come tale indicato dallo stesso ministro nelle sue prime dichiarazioni. Oggi abbiamo colto un atteggiamento di attenzione, di disponibilità a valorizzare le relazioni sindacali, e ne prendiamo atto molto positivamente”. Così Maddalena Gissi dopo la riunione tenutasi oggi al MIUR, un primo contatto col nuovo ministro che fra l’altro ha già annunciato una successiva convocazione, in tempi molto stretti, per entrare più direttamente nel merito di una delle priorità segnalate anche oggi dalla segretaria generale della Federazione CISL Scuola, Università e Ricerca, il provvedimento sulla stabilizzazione del lavoro precario già oggetto di precedenti intese e rimasto al palo a causa della crisi di governo.
“Quelle intese – ha sottolineato la segretaria generale – scaturiscono da un confronto in cui è stato direttamente coinvolto l’attuale premier, Giuseppe Conte. Mi auguro che ciò possa contribuire non solo a sbloccare il provvedimento, ma anche a salvaguardarne sostanzialmente i contenuti”.
Altre emergenze sono state richiamate dalla Gissi nel suo intervento oltre a quella dei docenti precari: tra queste, le condizioni di lavoro delle segreterie scolastiche, su cui pesa anche l’alto numero di posti scoperti di DSGA, con la necessità che la loro copertura avvenga rapidamente e dando il giusto riconoscimento al personale facente funzione.
“Apprezziamo molto – ha detto inoltre la Gissi - la volontà dichiarata dal ministro di rilanciare politiche di investimento su istruzione e formazione, restituendo la giusta dignità anche retributiva al personale della scuola. Un obiettivo che richiederà da parte sua un notevole impegno a difendere le ragioni del nostro settore anche nell’ambito della compagine governativa. Troppo spesso quelle ragioni si sono scontrate, in passato, con le resistenze dei dicasteri economici; è indispensabile che passi il concetto per cui la spesa in conoscenza è un investimento di portata strategica. I recenti dati OCSE confermano che siamo agli ultimi posti nel rapporto tra spesa in istruzione e PIL, un malinteso risparmio che fa pagare costi altissimi al Paese. Cambiare atteggiamento su questo è assolutamente indispensabile non solo per dare alla scuola il giusto, ma per ridare all’intero Paese prospettive di crescita”.
Roma, 17 settembre 2019