Ridare centralità alle politiche su istruzione, formazione e ricerca è quanto mai indispensabile ma richiede, anzitutto, scelte di investimento che rimettano il nostro Paese in linea con la media OCSE nel rapporto tra spesa per l’istruzione e PIL. Questo è uno degli impegni programmatici concreti che chiediamo al nuovo Governo Conte, già dal voto di fiducia di oggi. C’è uno scarto in negativo che va recuperato, se davvero si ritiene che la conoscenza sia una risorsa di valenza strategica. Bisogna restituire dignità e prestigio al corpo insegnante, e in generale a chi lavora nella scuola. Anche in questo caso con un chiaro obiettivo di riferimento, quello di una media retributiva europea da cui siamo oggi ancora distanti. Altrettanto urgente è porre la dovuta attenzione alle strutture edilizie e alle dotazioni strumentali indispensabili per una didattica di qualità.
C’è poi il problema irrisolto di un eccesso di lavoro precario, oggetto di intese con il sindacato e trasfuse in un decreto legge che lo stesso ministro Fioramonti ha dichiarato di voler portare avanti. Lo aspettiamo alla prova dei fatti, ed anche per questo è necessario riprendere il dovuto confronto con le parti sociali, salvaguardando la condivisione sui temi della scuola con le organizzazioni sindacali. L’esperienza ha dimostrato più volte come l’efficacia degli interventi sul sistema di istruzione dipenda anche dal livello di coinvolgimento del corpo professionale, direttamente e attraverso le sue rappresentanze. Sarebbe un bell’esordio, per il nuovo Governo, se andasse in porto un provvedimento che possa finalmente invertire la tendenza di una precarietà finora in aumento, riconsegnando alla scuola una condizione di stabilità del lavoro. Questo è il presupposto perché si possa concretamente attuare quella continuità didattica che studenti e famiglie reclamano giustamente come un vero diritto. La scuola è un grande bene comune, un fattore di promozione culturale e sociale, un presidio irrinunciabile per un pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Per questo merita una più alta considerazione a livello politico e sociale.
9 settembre 2019
Annamaria Furlan, segretaria generale della CISL
Leggi l'articolo in allegato tratto dal Carlino