"La tutela dei diritti fondamentali, la stabilità dell'impiego, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la crescita economica, un'Europa della giustizia sociale, un grande senso di responsabilità per la tutela della famiglia, della maternità, per quanti fuggono dalla persecuzione, dalla malattia e dalla fame. Questi i temi caro Santo Padre che affronteremo nel nostro XVIII" A. Furlan
PAPA FRANCESCO:
Avete scelto un bel tema per il vostro congresso. Perché se pensiamo alla persona senza lavoro diciamo qualcosa di parziale, di non completo, perché la persona si realizza in completo quando lavora, perché l'individuo diventa persona quando fiorisce nel lavoro. Il lavoro e' una forma di amore civile, non è un amore romantico, ma un amore vero autentico che ci fa vivere.
Certo la persona non è solo lavoro, dobbiamo pensare alla sana cultura dell'ozio!!! Il riposo e' un bisogno umano. Una mamma deve giocare coi propri figli, se una mamma e' solo lavoro: questo è disumano.
Quando un lavoratore si ammala e viene scartato dal mondo del lavoro per questioni di inefficienza: anche questo e' inumano, a volte si guarisce lavorando con gli altri e per gli altri.
Quando i giovani sono fuori dal mondo del lavoro alle imprese manca innovazione e gioia di vivere, i giovani sono preziosi beni comuni.
Un nuovo patto sociale, umano, per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell'ultima stagione lavorativa per fare posto ai giovani.
Due sfide importanti che oggi il movimento sindacale deve affrontare e vincere:
1) la profezia: riguarda la natura stessa del sindacato, nasce e rinasce tutte le volte che, come i profeti, da' voce a chi non ce l'ha, smaschera i potenti che ledono i diritti dei più fragili. Il sindacato col passare del tempo ha finito per passare troppo per politica, deve esserci la tipica azione della profezia all'interno delle imprese
2)l'innovazione: il sindacato deve guardare e proteggere sia chi è dentro la città del lavoro sia chi è fuori le mura, altrimenti non svolge il suo compito se tutela solo chi il lavoro lo ha già. La metà del vostro compito e' guardare anche chi il lavoro non lo ha. Economia sociale di mercato come ci ha insegnato Giovanni Paolo II, la natura sociale dell'impresa.
La nostra società non capisce l'importanza del sindacato perché non lo vede nelle periferie degli scartati dal lavoro, dei poveri che sono sotto le mura della città. A volte la corruzione e' entrata nel cuore di alcuni sindacalisti. Non lasciatevi bloccare da questo. So che vi state impegnando da tempo nella direzione giusta: degli immigrati, dei giovani e delle donne. La donna nel mondo del lavoro non deve essere di seconda classe, guadagna di meno ed e' più facilmente sfruttata. Fate qualcosa.
Abitare le periferie può essere una svolta per un buon sindacato di domani. Non c'è un sindacato buono che non rinasca ogni giorno nelle periferie che non trasformi le pietre scartate in pietre angolari.
Sindacato deriva dal greco: sin-dike, fare giustizia assieme.
Vi ringrazio per l'incontro di oggi, vi benedico e vi ringrazio del vostro lavoro di oggi e di domani.
Convertitevi e vi chiedo di pregare per me perché anche io devo convertirmi. Adesso vi saluto e vado in piazza nel bagno turco!!!"