2017-03-10 10:45:00

Sarà ancora Salvatore Inglima a guidare il sindacato CISL Scuola Bergamo per il prossimo mandato congressuale. Lo ha rieletto il congresso del sindacato, riunito alla Fiera Nuova di Bergamo, premiando così l’attività della segreteria che da 4 anni (con la parentesi dettata dall’incarico di dirigente scolastico dello stesso Inglima) governa il maggior sindacato del Pubblico Impiego della provincia, e uno dei più grandi a livello nazionale, forte dei suoi 8478 iscritti.
 

UNA BUONA SCUOLA IN UNA BUONA SOCIETÀ

A dispetto delle riflessioni sulla presunta crisi di rappresentatività – ha detto dal palco del congresso Inglima -, la Cisl Scuola chiude il 2016 con un ulteriore incremento degli iscritti, confermando e rafforzando il primato, in termini di consistenza associativa, nel vivace e variegato panorama sindacale della scuola italiana”. Con lui, in segreteria, ci saranno Delia Bordogna e Paola Manzullo. 

Il Segretario Generale ha ringraziato per l'eccellente lavoro svolto tutto lo staff della Cisl Scuola Bergamo composto, oltre ai componenti di Segreteria, da Rosaria Marì,Flavia Valetti,Elisabetta Possessi e Alessandro Moretti

Adesso, secondo Inglima, “arriva il bello”. L’impegno del sindacato riceve dalla scelta dei tesserati forza maggiore, per formare “una buona scuola in una buona società .“È da tempo che la demagogia del Governo fa rimbalzare, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, l’idea di aver partorito un progetto di “buona scuola” capace di guardare al futuro come se avesse una bacchetta magica con la quale risolvere tutti i problemi che la costruzione di una “buona scuola” comporta. La nostra organizzazione sindacale non si è mai sottratta alle responsabilità di esprimere delle riserve, ma abbiamo avuto anche l’onestà di evidenziare i punti di convergenza”.
 

VERSO L'IMPLEMENTAZIONE DELLE “EDUCAZIONI”

L’attuale contesto storico, secondo Inglima molto diverso dal precedente, che individuava nella diffusione dell’alfabetizzazione la finalità specifica della scuola, impone una rivisitazione e una implementazione delle “educazioni”: educazione alla convivenza civile, educazione alla legalità, educazione alla salute, educazione all’intercultura, educazione all’affettività etc. La scuola, primaria agenzia educativa è chiamata sempre di più a dare risposte che spesso altre formazioni sociali non sono più in grado di offrire. Oggi, noi tocchiamo tutti i limiti di questo percorso che, di fronte ai rapidi cambiamenti sociali e valoriali non è riuscito in pieno a sollecitare tutta la società all’assunzione delle doverose responsabilità. Se con la riforma della Buona Scuola il sistema d’istruzione è tornato ad essere destinatario di un significativo investimento di risorse, molti sono gli elementi, secondo la CISL, che inducono a ritenere come il loro uso si sia rivelato tutt’altro che ottimale. “Questo vale soprattutto per la parte più consistente, quella del piano straordinario di assunzioni, le cui incongruenze rispetto al reale fabbisogno sono apparse da subito evidenti, con l’aggiunta delle tensioni indotte dalle modalità con cui è avvenuta la gestione del piano e che hanno raggiunto il loro apice nelle vicissitudini legate alla mobilità. Ma lo stesso vale per le risorse investite a sostegno della formazione e della valorizzazione professionale, peraltro con la totale ingiustificata esclusione del personale docente a tempo determinato e del personale Ata dal novero dei destinatari”.
 

L'ONERE DI RESTITUIRE IL FUTURO AI GIOVANI

Il cammino della segreteria Inglima nel prossimo mandato congressuale si muoverà sulle direttrici utili per il riconoscimento delle professionalità, per valorizzare il lavoro dell’area Ata e per il riconoscimento sociale del corpo docente. Solo una scuola che tende a “generare valori potrà permette ai giovani (nei confronti dei quali abbiamo l’onere di “restituire” il futuro) di rinascere una seconda volta, di camminare con le proprie gambe per andare ovunque si voglia, di essere in grado di scegliere consapevolmente cos’è meglio per se stessi, di avere un’idea propria. Questa la sfida che il nostro dibattito congressuale deve lanciare alla politica, in una fase tormentata della vita del paese che sta vivendo una stagione, ormai troppo lunga, di profondo disagio e disorientamento, segnata dall’attesa di risposte che chiamano in causa anche la scuola, la sua capacità di trasmettere valori, sviluppare cultura, formare competenze, promuovere lavoro. Capacità che la scuola può avere solo se sostenuta da politiche lungimiranti e di ampio respiro”.