L’incontro svoltosi nella serata di lunedì 25 gennaio al MIUR si è chiuso con la sottoscrizione di un’intesa nella quale vengono fissati i punti su cui le parti ritengono possibile definire il CCNI sulla mobilità del personale docente, educativo e ATA per il 2016/17, evitando così che la materia sia disciplinata da un atto datoriale assunto unilateralmente dal MIUR.
Il confronto e il negoziato si confermano come gli strumenti più efficaci a disposizione del sindacato per tutelare concretamente le condizioni di lavoro del personale anche nelle situazioni più complesse e difficili. Questa lo è certamente, per le novità introdotte da una legge che abbiamo duramente contrastato, di cui continuiamo a rivendicare un cambiamento ma con la quale siamo oggi costretti inevitabilmente a fare i conti, in quanto legge dello Stato pienamente vigente.
Riuscire ad attenuarne per molti aspetti l’impatto, correggerne alcune evidenti iniquità, salvaguardare spazi e prerogative della contrattazione anche sulla controversa questione degli ambiti territoriali sono un risultato che nessuno, nel contesto dato, può considerare di poco conto.
Abbiamo la possibilità di estendere in modo significativo, garantendolo per tutto il personale assunto negli anni precedenti il 2015, il mantenimento della titolarità di scuola in caso di mobilità provinciale, possibilità che in caso di applicazione rigida della 107 non sarebbe prevista, ad esempio, nemmeno per i docenti trasferiti d’ufficio; abbiamo la possibilità di rimuovere per tutti l’obbligo di permanenza per un triennio nella provincia di assunzione; si dà un’opportunità di ottenere, anche nella mobilità interprovinciale, la titolarità su singola istituzione scolastica. E con la sequenza contrattuale diventa oggetto di negoziato anche l’assegnazione della sede per chi risulterà titolare su ambito territoriale.
Nelle prossime ore la trattativa proseguirà a livello tecnico, per la messa a punto di un testo coerente con gli impegni politici formalizzati nel documento sottoscritto da sindacati e Amministrazione.
Non muta sicuramente il nostro giudizio su una legge di cui continuiamo a chiedere necessari e profondi cambiamenti, ma nel frattempo abbiamo il dovere di cogliere tutte le opportunità, in primo luogo attraverso l’azione contrattuale, per valorizzare la nostra idea di scuola e assicurare il massimo di tutela ai lavoratori che rappresentiamo. Le regole per la mobilità si decidono adesso, quelle che siamo riusciti a definire con la trattativa e l’intesa segnano senza dubbio un notevole passo avanti rispetto all’applicazione rigida della norma, come accadrebbe qualora la regolazione di questa materia fosse affidata ad atti unilaterali. Un'eventualità, quest'ultima, che è davvero difficile considerare più utile e vantaggiosa per i lavoratori.