Dia seguito all'impegno di una consultazione con i sindacati assunto dal Governo nell'incontro del 12 maggio scorso. Così i segretari generali di CGIL, CISL e UIL, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo si rivolgono al premier Renzi in una lettera con la quale chiedono di essere convocati con urgenza in relazione all'andamento della discussione sul disegno di legge di riforma della scuola.
I tre segretari generali hanno anche diffuso un comunicato stampa che di seguito si riporta:
L’iter parlamentare del DDL Buona Scuola è caratterizzato da incertezze e criticità rispetto all’obiettivo più volte dichiarato dal Governo di approvare in tempi rapidi il progetto di riforma. Tali criticità sono il segno che l’ascolto reale del mondo della scuola non si è mai realizzato anche a fronte delle grandi mobilitazioni e proteste che hanno segnato gli ultimi mesi, a partire dallo sciopero del 5 maggio scorso.
Il prezzo di tale atteggiamento dell’Esecutivo può essere altissimo per tutti quei precari che attendono la stabilizzazione del posto di lavoro e per il mondo della scuola - studenti, insegnanti, dirigenti e personale Ata - che attende un’inversione di tendenza rispetto alle politiche messe in campo negli ultimi anni che hanno considerato l’istruzione un costo da tagliare più che una grande rete pubblica da valorizzare.
Anche l’impegno, assunto dal Governo il 12 maggio scorso, di avviare un confronto costruttivo con le rappresentanze sindacali per modificare i punti critici del testo di legge si è risolto in un nulla di fatto. Ascolto e confronto presuppongono la disponibilità a determinare cambiamenti, disponibilità che non abbiamo mai riscontrato fino ad oggi nell’Esecutivo.
Alla vigilia della ripresa della discussione parlamentare, pertanto, chiediamo che il Governo, dando seguito agli impegni assunti, ci convochi per aprire in tempi rapidissimi un confronto vero con le rappresentanze sociali, garantendo comunque subito le assunzioni tramite decreto.
La scuola pubblica, come ci ricorda Calamandrei, è “organo costituzionale” ed “espressione di unità, di coesione e di uguaglianza civica”: non può diventare strumento di battaglie politiche che poco hanno a che fare con il merito delle questioni: su questo terreno, non ci sono vincitori né vinti.
Noi vogliamo che vinca la scuola, auspichiamo lo voglia anche chi ha la responsabilità di guidare il paese.
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