Mentre continua la protesta della scuola, che ha visto venerdì scorso le fiaccolate in tutta Italia e in questi giorni lo sciopero degli scrutini, mentre la discussione sulla riforma è in stand by in Commissione al Senato, segno forse che si è capito – stando anche a quanto affermato dal premier – che è necessaria una correzione di rotta, il ministero dell'istruzione invita i direttori regionali a "portarsi avanti" nell'applicazione di una legge che ancora non c'è.
A loro volta i direttori regionali, chi informalmente e chi con atto formale, chiedono ai dirigenti scolastici di applicare le disposizioni previste dal ddl sull'organico dell’autonomia e di individuare il fabbisogno di posti per il prossimo anno scolastico.
Infine i dirigenti, e qui si chiude questa catena di illegittimità partita dal ministero dell'istruzione, sono indotti a convocare i collegi dei docenti per acquisire il parere previsto dal ddl.
Che i tempi siano ormai talmente stretti da rendere quasi impossibile garantire un regolare avvio dell'anno scolastico è un rischio che denunciamo da tempo e che purtroppo si sta concretizzando; ma il ministero, che mai ha mostrato di avere il controllo della situazione in questa vicenda, non pensi ora di cavarsela imboccando scorciatoie illegittime e assai poco riguardose nei confronti di un ramo del Parlamento ancora impegnato nell’esame del testo.
Nessuno degli atti adottati prima che la legge sia pubblicata in Gazzetta può avere peraltro validità: si eviti dunque di coinvolgere i collegi dei docenti in adempimenti inutili, privi di legittimità e che dovranno pertanto essere necessariamente ripetuti.
È più che mai urgente, a questo punto, che si tenga fede all’impegno assunto nell’incontro di palazzo Chigi del 12 maggio scorso: in quella sede si è concordato un percorso da concludere con un nuovo incontro al massimo livello politico, dopo il confronto al MIUR e le audizioni in Commissione al Senato.
Lo si convochi quanto prima, perché servono chiarezza, coerenza e responsabilità. Non è possibile assistere a una commedia pirandelliana in cui ciascuno (premier, ministro, Senato) continua a recitare a soggetto.
Roma, 8 giugno 2015
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola