Ai rappresentanti del Parlamento e del governo, a tutte le autorità, ai rappresentanti di tanti Comuni e Città; a voi care ragazze e cari ragazzi, insegnanti, dirigenti, lavoratori della scuola, e insieme a voi, gentili genitori e famigliari che seguite giorno per giorno i vostri cari nello studio e nell'apprendimento, un saluto ed augurio affettuoso.
L'incontro dedicato all'inaugurazione dell'Anno Scolastico è tra i più belli e significativi che la Presidenza della Repubblica ospiti, aprendosi alla più vasta platea di telespettatori. Non c'è nulla di più gratificante e importante del dedicarsi al rendere migliore la nostra scuola, più libere e capaci di esprimersi, rafforzarsi, realizzarsi le vostre energie, le vostre intelligenze, la vostra creatività. Ne ha bisogno acuto l'Italia per uscire dalle secche di una crisi drammatica - come ha detto il ministro Giannini, lanciando il Piano del governo "La buona scuola" e sollecitando la più ampia consultazione sui "12 punti" di orientamento e di azione. Auspico anch'io che a quella vera e propria mobilitazione di esperienze e di idee partecipi il più gran numero di voci rappresentative del mondo della scuola e dell'intera società italiana.
Oggi non solo l'Italia, ma tutta l'Europa è alle prese con una profonda crisi finanziaria, economica, sociale: e fanno fatica ad uscirne. Possono uscirne, Italia ed Europa, solo insieme, con politiche nuove e coraggiose per la crescita e l'occupazione, dirette soprattutto e più efficacemente ai giovani. Della crisi si discute ogni giorno nelle scuole, nei suoi stadi più avanzati di studio e di formazione, e si discute nelle famiglie, dovunque le difficoltà del vivere da un mese all'altro e le angosce per il futuro, soprattutto vedendo tanti giovani senza lavoro e senza chiare prospettive, si fanno sentire di più.
Ebbene, sia chiaro che per farcela ci si deve non già chiudere in vecchi recinti nazionali, e sbraitare contro l'Europa, ma stringerci ancor più in uno sforzo comune, integrare ancor più le nostre energie, in spirito di solidarietà, nella grande Europa unita che abbiamo via via costruito in oltre sessant'anni. E insieme dobbiamo rinnovarci, metterci al passo con i tempi e con le sfide della competizione mondiale. Specialmente in Italia dobbiamo rinnovare decisamente le nostre istituzioni, le nostre strutture sociali, i nostri comportamenti collettivi: in questo paese che amiamo, non possiamo più restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie.
Giovani, cogliete con entusiasmo ogni opportunità di percorrere, scoprire, conoscere la nostra grande Europa: l'Europa è il luogo del vostro futuro e già del vostro immediato domani, è il centro ideale dei valori di modernità e di progresso in cui credere. Il governo ha deciso di stanziare maggiori risorse per permettervi di visitarla, e lavoriamo perché l'Unione Europea potenzi il Programma degli scambi tra studenti delle scuole superiori, finora chiamato Comenius e ora destinato a fondersi con lo storico, ormai già tanto sperimentato e vissuto Programma Erasmus.
E oggi che vediamo il mondo, e anche regioni vicine all'Europa, in preda a venti e convulsioni di guerra, di intolleranza, di persecuzione, rendiamo omaggio agli statisti e agli uomini di visione e di azione, che immaginarono un grande continente come l'Europa finalmente liberato da divisioni fatali, da nazionalismi e bellicismi: un continente in cui si circola oggi liberamente, finalmente in pace con sé stesso e con il resto del mondo. Quel progetto di unione e cooperazione pacifica per tutti i paesi e i popoli dell'Europa nacque dalle terribili esperienze della 1ª e della 2ª guerra mondiale.
Siamo ora a cent'anni dalla guerra mondiale del 1914-18: e non c'è nulla che ci dica più chiaro e più forte il valore inestimabile dell'aver costruito un'Europa unita, che il ricordare, il ripercorrere con commozione e consapevolezza, le sofferenze inaudite che quella prima guerra mondiale costò al popolo italiano. Le sofferenze della guerra in trincea, la durezza e spesso l'insensatezza dei sanguinosi combattimenti lungo le cime delle nostre frontiere, il fardello dei sacrifici e delle pene delle famiglie dei combattenti delle classi più povere, la strage di milioni di vite umane distrutte.
Dal ripetersi - in forma ancora più devastante - di quella tragedia con la seconda guerra mondiale, nulla valse a salvare l'Italia. Ci salvò tutti, nel nostro continente, lo scegliere e il percorrere, a partire dal 1950, la strada dell'integrazione e dell'unità dell'Europa nella pace e nella sempre più ricca affermazione dei principi del pluralismo politico, culturale e religioso, e dei diritti umani, civili e sociali.
Ecco il patrimonio di civiltà che l'Europa è decisa a difendere dalla nuova ondata di fanatismo, di barbarie, di terrore che è purtroppo venuta crescendo.
E' in questo spirito che la scuola è impegnata a ricordare - come hanno fatto i ragazzi dell'Istituto di Rovereto - il centenario della 1ª guerra mondiale e a trasmetterne la lezione.
Anche ciò fa parte del processo di formazione delle nuove, più giovani generazioni. Formazione significa assunzione di valori storici e ideali decisivi per orientarsi nella vita professionale, famigliare e sociale. Assunzione di tutti i valori sanciti nella prima parte della Costituzione repubblicana. Tra essi, non dimentichiamolo, i valori della legalità, del rispetto delle istituzioni, del dialogo, valori che si servono non a parole ma rifiutando nei fatti ogni violenza, ogni sopruso, ogni forma di corruzione.
E nello stesso tempo, come ben sappiamo, portare avanti al meglio il processo di formazione di nuove leve di giovani significa combattere l'abbandono, la dispersione scolastica, puntare sullo sviluppo delle abilità di base e poi via via di altre più complesse abilità, per giungere quindi, nelle fasi più avanzate dell'iter scolastico, alla massima apertura verso tecnologie d'avanguardia (ce ne hanno qui raccontato una storia esemplare i ragazzi dell'ITIS di Cosenza), e sempre di più valorizzare in ogni modo le eccellenze che si manifestano.
Sappiamo che tutto questo ce lo possiamo attendere da voi, studenti e insegnanti: e vi ringrazio per la fiducia che ci date - guardando a voi, alla sensibilità e allo slancio che esprimete - per la fiducia, sì, che voi ci date, ragazze e ragazzi, nell'avvenire del nostro paese, nell'avvenire dell'Italia.
Cari insegnanti, crediamo in voi, nel vostro apporto, nel vostro spirito di sacrificio. E confidiamo nella concretizzazione degli impegni annunciati dal governo per il superamento di situazioni ormai insostenibili, che le politiche del passato non hanno mai risolto.
A nome, infine, di tutti i presenti e mio personale, un grazie ammirato a tutti i protagonisti che si sono succeduti su questo palco, animatori, artisti, atlete e atleti, gruppi rappresentativi di esperienze concrete. L'anno scolastico 2014/15 è decollato: l'augurio è che, insieme, si voli davvero alto. Buono studio.
Palazzo del Quirinale, 22 settembre 2014
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano