LA NOSTRA SCUOLA FRA EMERGENZE, URGENZE, NECESSITÀ
Come dare valore sociale alla scuola
Ridare centralità alla scuola nelle politiche di governo, ridare dignità e prestigio al lavoro nella scuola sono obiettivi costanti della nostra azione sindacale. Sono anche impegni su cui pone particolare enfasi il nuovo Governo e su questo non si può che esprimere condivisione e apprezzamento; sono segnali di attenzione che chi vive nella scuola attende da tempo, ai quali naturalmente si chiede che seguano atti concreti e scelte coerenti, di cui si avverte una forte esigenza.
La Cisl Scuola è convinta che al bisogno di attenzione positiva si accompagni anche la necessità di innovazioni che riguardano diversi aspetti del sistema, ivi compresi quelli legati alla gestione del rapporto di lavoro. La sfida è puntare al cambiamento rendendo protagonista dei processi di innovazione chi nella scuola lavora.
Si conferma piena disponibilità a confrontarsi su obiettivi di crescita in qualità e produttività del sistema di istruzione, fermo restando che l’innovazione si costruisce attraverso “processi” e non semplicemente con “eventi”; i processi riguardanti l’ambito dell’educazione e dell’istruzione sono infatti inevitabilmente complessi e necessariamente profondi, si costruiscono nel tempo e con l’apporto di attori diversi. Non c’è cambiamento culturale che si realizzi per semplice “evocazione”; il suo avvento si realizza attraverso una catena continua e precisa di atti e di investimenti sia materiali che immateriali.
Nel momento in cui il nuovo governo dichiara di voler assumere la scuola e l’istruzione come tema centrale della sua iniziativa, la Cisl Scuola intende segnalare alcune emergenze, un’urgenza e una necessità, selezionandole tra le moltissime questioni che un discorso sulla scuola implica. Questo nella convinzione che sia indispensabile passare rapidamente dalla fase degli annunci a quella delle azioni, che rendano visibile e credibile l’impegno rivolto a dare soluzione ai problemi; svolgere positivamente i primi compiti è premessa indispensabile perché anche quelli seguenti possano essere coronati da successo.
Le emergenze sono i temi che nell’immediato ci vedono in campo con vertenze alle quali si può e si deve dare soluzione positiva in tempi rapidi,
1. Scatti di anzianità. Non sono un arroccamento sull’esistente, sono la difesa di un “minimo sindacale” senza cui è impossibile affrontare in termini innovativi il tema delle carriere del personale
2. Posizioni economiche ATA. Si rischiava di scippare soldi a lavoratori già sottopagati, la vicenda ha trovato una prima soluzione, ma resta aperto il problema di una ridefinizione complessiva, in sede contrattuale, della materia.
3. Retribuzione accessoria dei dirigenti. Si deve trovare il modo per evitare che chi
dirige le scuole in situazione sempre più gravosa e complessa finisca per essere
pagato oggi meno di ieri.
L’urgenza che si segnala è quella di avviare, con l’a.s. 2014/15, il nuovo piano triennale di
assunzioni, in una prospettiva di stabilizzazione del lavoro che risponde alle attese dei
precari ma anche alle esigenze di una più efficace programmazione del lavoro e alla
domanda di continuità didattica espressa dalle famiglie.
La necessità di cui assumere piena consapevolezza riguarda un ripensamento della
politica degli organici, sia rispetto alla loro definizione quantitativa (da commisurare al
fabbisogno di una popolazione scolastica in aumento), sia rispetto alle modalità di
assegnazione e gestione (organico funzionale)
Altri grandi temi assolutamente ineludibili, riconducibili sia a interventi di natura
legislativa, sia ai contenuti di una stagione contrattuale che assuma come obiettivo
l’innovazione, la crescita di qualità e di valore del lavoro nella scuola e del lavoro pubblico
in generale, sono:
reclutamento del personale e in particolare dei docenti
formazione iniziale e in servizio del personale, strettamente legate anche al punto
precedente
retribuzione e carriere, anche con fattori diversi dalla sola anzianità
sistema di valutazione: come renderlo una risorsa del sistema a supporto dei
processi di crescita e miglioramento del lavoro, facendolo percepire come tale
la governance del sistema: riprendere un percorso già positivamente avviato con la
proposta bipartizan messa a punto nella fase finale della passata Legislatura.
La scuola bene comune
Come già in precedenti occasioni, va richiamata una questione di fondo: la scuola è un
bene comune che appartiene all’intero paese. La necessità di soluzioni ampiamente
condivise almeno sugli assetti fondamentali si pone, perché non è pensabile che il sistema
scolastico possa essere disfatto e rifatto a ogni cambio di maggioranza.
Si osserva infine che gli interventi sulla scuola, per i delicati ambiti che vengono toccati –
istruzione, educazione, valori, idea di società e progetto di futuro – non ammettono
atteggiamenti di autosufficienza, né possono essere dominio di una voce solista, ma
richiedono una coralità di apporto data da attori diversi, messi in grado di esprimersi e di
contare: forze sociali, corpi intermedi, mondi vitali che fanno ricca e plurale la nostra
società e che la politica ha il compito di portare a sintesi, riconoscendone pienamente il
ruolo di trama fondamentale del tessuto democratico.
Fiuggi, 7 marzo 2014
Documento approvato dal Consiglio Generale Nazionale Cisl Scuola