Sulla Legge di Bilancio all’esame del Parlamento la CISL esprime un “giudizio articolato”, che tiene conto di aspetti positivi, riguardanti soprattutto il sostegno ai redditi di lavoratori, pensionati e famiglie, cui è destinata una quota significativa di risorse, e di altri su cui permangono ragioni di dissenso, soprattutto sulla previdenza.
Secondo l'Esecutivo Nazionale della CISL, che ha dedicato al testo un approfondito esame nella riunione del 31 ottobre, vi sono misure “che rispondono a rivendicazioni, priorità e proposte avanzate dalla Cisl durante la mobilitazione di aprile e maggio, nelle manifestazioni e le iniziative, ai tavoli di negoziato a Palazzo Chigi e con i Ministri del Governo”. Il giudizio positivo riguarda in particolare la conferma del taglio al cuneo contributivo, che coinvolge 14 milioni di lavoratori, al quale si aggiungono la riduzione della seconda aliquota Irpef (che scende dal 25% al 23% per i redditi tra i 15-28mila€ ) e la proroga della perequazione delle pensioni fino quattro volte il trattamento minimo, col conguaglio ai pensionati previsto entro l’anno.
Bene anche il recepimento della richiesta Cisl sulla no tax area per i lavoratori fino a 8.500 euro, la proroga della detassazione al 5% dei frutti della contrattazione decentrata, gli incentivi per la detassazione degli straordinari e per i premi obiettivo nel settore sanitario per abbattere le liste di attesa.
Nei settori pubblici e nella Sanità, vi sono impegni per 8 miliardi complessivi, 3 dei quali dedicati al sistema salute, per rinnovare i contratti del triennio 2022/2024; positiva la volontà, che recepisce una richiesta della CISL, di utilizzare quasi 2 miliardi per un anticipo economico sui benefici contrattuali, rivalutando l’indennità di vacanza contrattuale e prevedendo l’erogazione anticipata, entro il mese di dicembre, del suo ammontare annuo per il 2024.
Giudizio positivo anche per gli interventi a favore di famiglia e natalità, con la super-deduzione per chi assume donne madri, giovani under 30, percettori di sussidio, fragili, il potenziamento dei congedi parentali, il sostegno economico ai nuclei con secondo figlio per retta asilo nido, la decontribuzione per le lavoratrici madri.
Per quanto riguarda in modo specifico il settore scuola, si prevede la proroga delle supplenze per il personale ATA conferite dalle istituzioni scolastiche impegnate nella attuazione dei progetti PNRR, spostando al 15 aprile 2024 la scadenza inizialmente fissata al 31 dicembre 2023. Analogamente si prevede per quanto riguarda le supplenze per il personale ATA finalizzate al contrasto alla dispersione scolastica e alla riduzione dei divari territoriali stipulate dalle istituzioni scolastiche statali delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Tali supplenze, originariamente previste dall’art.10 del D.L.123/2023 (cosiddetto Decreto Caivano) e finanziate con 12 milioni, avevano una scadenza fissata al 31 dicembre 2023. Per queste finalità viene rifinanziato il fondo istituito dal D.L.75/2023 con una dotazione di 50,33 milioni.
Previsto anche per l’anno scolastico 2024/25 il potenziamento dell’organico dei docenti per l’accompagnamento dei progetti pilota del piano “Agenda Sud” nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, con un finanziamento di 3,333 milioni per il 2024 e di 10 milioni per il 2025. Ciò al fine di rafforzare le competenze di base degli alunni, promuovere misure di mobilità studentesca per esperienze fuori contesto di origine, promuovere l’apprendimento in una pluralità di contesti attraverso modalità più flessibili dell’organizzazione scolastica e strategie didattiche innovative, promuovere il supporto socio-educativo.
Il fondo istituito dalla Legge di Bilancio per il 2023 (L.197/2022, art.1, comma 561) finalizzato alla valorizzazione dei docenti impegnati nelle attività di tutor, orientamento, coordinamento e sostegno della ricerca educativo-didattica viene incrementato con ulteriori risorse. Modalità e criteri di utilizzo saranno definite in sede di contrattazione collettiva nazionale, in una apposita sessione contrattuale che disciplinerà anche l’utilizzo delle ulteriori risorse individuate nell’ambito della contrattazione collettiva del comparto ovvero derivanti da finanziamenti europei. Tra i criteri da adottare, dovrà esservi una priorità da riconoscere alle attività svolte nelle istituzioni scolastiche individuata dal piano “Agenda Sud”.
Nonostante l’incremento del 2,7% per le pensioni minime e la riduzione della soglia per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva a 67 anni, la CISL esprime invece netta contrarietà sugli elementi peggiorativi introdotti nel sistema pensionistico, con particolare riferimento alle penalizzazioni introdotte su quota 103 e sulle restrizioni di accesso ad Ape Sociale e Opzione Donna. La CISL ritiene inoltre che debba essere abolito il taglio alle rendite pensionistiche retributive dei lavoratori degli enti locali, dei sanitari, degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, degli ufficiali, aiutanti e coadiutori giudiziari. “Occorre porre in essere – si legge nel documento approvato dall’Esecutivo CISL - misure di flessibilità che conducano al superamento definitivo della Legge Fornero, assicurino una pensione contributiva di garanzia per i giovani, diano risposte di inclusione a donne, madri e lavoratori impegnati in settori usuranti e gravosi, sostengano concretamente la previdenza complementare, garantiscano la piena indicizzazione delle pensioni, estendano la 14ma mensilità pensionistica”.
Ribadite inoltre le rivendicazioni della CISL circa la necessità di detassare le tredicesime di lavoratori e pensionati, di rendere strutturale l’operazione sul cuneo contributivo e di azzerare permanentemente il prelievo sui frutti della contrattazione decentrata per tutti i settori.
Bisogna poi affrontare i grandi nodi irrisolti nella sanità, con lo sblocco delle assunzioni di medici, infermieri, professionisti sanitari e operatori socio sanitari, stabilizzazione del precariato storico, potenziamento del sistema salute territoriale e di prossimità, abbattimento delle liste d’attesa.
Vanno finanziate la legge sulla non autosufficienza, le leve di conciliazione e di sostegno alla genitorialità, gli strumenti universali contro la povertà e a sostegno della disabilità. Le dotazioni sanitarie vanno rafforzate, anche attraverso il Mes sanitario; serve inoltre un impulso molto più forte su politiche attive e formazione.
Per questo occorre incalzare Governo e Parlamento per ottenere le necessarie misure correttive, recuperando risorse da una più incisiva lotta all’evasione e l’elusione fiscale e incrementando il prelievo sulle grandi rendite finanziarie e immobiliari. A conclusione dell’analisi puntuale del disegno di legge, l’Esecutivo Nazionale della CISL ha ribadito come sia fondamentale proseguire l’azione di confronto con il Governo e di pressing istituzionale sui Gruppi Parlamentari, non solo per ottenere modifiche alla Legge di Bilancio, ma ponendosi l’obiettivo di un Patto sociale che avvii investimenti e riforme, elevi qualità e quantità dell’occupazione, innalzi competenze, estenda tutele e partecipazione dei lavoratori, generi crescita e coesione, contrasti disuguaglianze, povertà, guadagnando allo sviluppo il Mezzogiorno e le fasce deboli.
A tal fine, alla Segreteria Nazionale ha avuto il mandato di verificare la disponibilità di Cgil e Uil a sostenere questa strategia con una manifestazione nazionale unitaria, da programmare in una giornata di sabato, “per indicare il cammino di un Progetto-Paese fondato sulla piena attivazione delle energie e delle responsabilità sociali”.