Il MIUR ci invita, "analogamente" a quanto fa con i suoi uffici regionali, ad attivarci per il buon esito della consultazione sulla proposta del governo per la scuola.
Insomma, a dare una mano,come il metano. Se vuol essere un segnale di attenzione, bisogna dire che è piuttosto stravagante e rivelatore di un'idea molto originale di che cosa siano le relazioni sindacali.
Sulla grande kermesse consultativa messa in campo, si conferma sempre di più - e si rafforza dopo qualche visita sulla piattaforma on line - l'impressione di una netta prevalenza di cura per i contenitori piuttosto che per i contenuti: il tentativo di stupire con effetti speciali piuttosto che ricercare e valorizzare sul serio le sedi di confronto, che non mancherebbero, in cui parlare col mondo della scuola e ascoltarlo davvero. Direttamente, e attraverso i soggetti che a vario titolo ne esprimono la rappresentanza. Tra questi il sindacato: libero il premier, insieme al suo governo e alla sua maggioranza, di decidere se e in quale misura interessarsi alle nostre idee o tenere conto delle nostre opinioni. Un po' meno libero, crediamo, rispetto a prerogative che anche per legge, oltre che per contratto, appartengono alla sfera delle relazioni sindacali.
Ci sono sedi e modalità precise di confronto che a buon diritto possono essere rivendicate, e ci sono materie, una fra tutte la struttura delle retribuzioni, sulle quali la discussione e le
decisioni devono avvenire in ambito contrattuale. Su queste materie le linee guida del governo intervengono invece spesso e volentieri, con invasioni di campo del tutto inammissibili. Per quanto ci riguarda, siamo pronti a discutere senza pregiudiziali ogni proposta, purché la discussione avvenga nella sede giusta, nella quale siamo disponibili come sempre non solo a ragionare, ma anche ad assumerci le responsabilità delle scelte necessarie.
Quanto alla consultazione sulle sue proposte, sappia il governo che il dibattito è già in atto nelle nostre scuole, nelle centinaia di assemblee che in questi giorni si stanno svolgendo e nelle quali le attese - ma anche non poca preoccupazione - di chi lavora nella scuola stanno emergendo con molta chiarezza, insieme al giudizio su "linee guida" che appaiono in molti punti scarsamente convincenti: lavoratori che attendono da tempo un'attenzione vera e che non sono certo disponibili a farsi abbagliare da qualche spot.
Roma, 3 ottobre 2014
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola