Dopo i tanto declamati buoni propositi, pur all’interno di un quadro socio-economico non certo esaltante, la notizia che, per almeno 500 docenti supplenti del personale della scuola della nostra Provincia, e per decine di migliaia in tutta Italia, ci sarebbe stato un Natale “precario”, sarebbe da leggere con estrema cautela.
Purtroppo, invece, è una dura realtà.
Dopo i tanto declamati buoni propositi, pur all’interno di un quadro socio-economico non certo esaltante, la notizia che, per almeno 500 docenti supplenti del personale della scuola della nostra Provincia, e per decine di migliaia in tutta Italia, ci sarebbe stato un Natale “precario”, sarebbe da leggere con estrema cautela.
Purtroppo, invece, è una dura realtà.
Nonostante tutti i migliori auspici, infatti, la storia si ripete: cambiano i Governi, cambiano i partiti di riferimento, cambiano i Direttori generali al Ministero ma gli stipendi, ad inizio anno scolastico ma fine anno solare, per il personale precario della scuola, continua ad essere una drammatica emergenza.
Perciò anche quest’anno saranno in molti, non solo in Provincia di Bergamo, a trascorrere un Natale senza stipendio dopo aver lavorato magari anche in più scuole, abbandonato i luoghi di residenza e svolto le attività didattiche tamponando inefficienze e mancata visione di futuro.
La dignità a volte non permette di gridare in piazza ma non si può sottacere il fatto che dopo tanti anni non ci si sia ancora preoccupati di dare soluzione ad un problema che non cala improvvisamente dal cielo.
Noi, tuttavia, non vogliamo allontanarci dall’idea che le soluzioni ai problemi si trovino attraverso il dialogo: vogliamo, perciò, sperare che i contenziosi non diventino la prassi corrente per l’affermazione dei diritti ma che i diritti trovino, d’ora in poi, naturale riconoscimento.
Silvana Milione