Dare voce e rappresentanza alle istanze giovanili, in una società che si presenta complessa e investita da profonde trasformazioni, è una priorità che ha ben compreso la Segreteria generale della CISL in quanto implica il futuro stesso del Sindacato. Per tale motivo ha affidato alle strutture regionali/interregionali dell’Italia centrale il compito di condurre un percorso ricognitivo di riflessione, sperimentazione politica e organizzativa dedicato ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro e al loro rapporto con il Sindacato. Da questa ricognizione sono emerse alcune linee essenziali di orientamento progettuale per raggiungere l’obiettivo prefissato: andare incontro ai giovani , creare relazioni con i giovani, consegnare il futuro dell’organizzazione ai giovani(verso i giovani e con i giovani; con i giovani e per i giovani). Ciò è possibile favorendo momenti continui e sistematici di incontro, di conoscenza reciproca e di confronto nei luoghi che essi frequentano, siano essi fisici o virtuali, per ascoltarli , entrare nel loro mondo, per progettare risposte adeguate ai loro effettivi bisogni; mettendo in relazione i giovani con altri giovani, diversi per cultura , per estrazione, per etnia, per attività , al fine di fare rete e proporsi, il Sindacato, come operatore sociale e territoriale. La Cisl, per farsi conoscere, deve anche far entrare fisicamente i giovani nella sua struttura fornendo servizi e consulenze sui temi dell’orientamento, dell’inserimento al lavoro, della professionalizzazione, dell’assistenza e tutela previdenziale, nelle problematiche fiscali ed abitative, per il tempo libero; deve attivare stage e tirocini presso le sedi dei servizi. E’ importante, sperimentare strumenti che permettano di incontrare e costruire relazioni con i giovani e favorirne l’aggregazione attorno a questioni che non riguardano solo il lavoro ; i giovani sono portatori non solo di domande e di bisogni ma anche di interessi, passioni, sogni, desideri ed energie. Pertanto l’organizzazione deve lasciare spazi ”liberi” per le loro spontanee attivazioni, per le loro progettualità e accettare anche il bisogno di alcuni di vivere appartenenze “leggere”. Per andare incontro ai giovani in modo credibile bisogna poi concretizzare il rinnovamento e il ricambio generazionale . Sono però pochi i giovani che accedono al Sindacato a partire dai luoghi di lavoro ; quei pochi devono essere selezionati e seguiti con cura perché fare sindacato oggi richiede profili professionali ad alta competenza. La formazione di questi giovani non deve essere relegata alle sole dimensioni tecniche, ma va arricchita di esperienze concrete singole e di gruppo che li portino a sviluppare capacità di critica costruttiva, di riflessione autonoma e ,quindi, di generatività. Curare la formazione non deve essere però ad oltranza perché impedirebbe l’effettiva partecipazione al cambiamento dell’organizzazione.