Ancora una volta, nel riferire i dati sulle domande di assunzione pervenute al sistema, il governo continua a porre grande enfasi sui numeri, dietro ai quali tuttavia si cela una realtà ben diversa da quella che si vorrebbe far credere. In queste settimane noi non abbiamo gestito numeri, abbiamo incontrato migliaia e migliaia di persone che hanno affollato le nostre sedi territoriali chiedendo assistenza e consigli, spesso per decifrare istruzioni poco chiare, criteri improvvisati o cambiati in itinere, in un piano di assunzioni destinato a creare, per come è stato impostato e gestito, più problemi di quanti ne avrebbe dovuto e potuto risolvere.
Abbiamo chiesto per mesi di essere ascoltati, di poter discutere le nostre proposte, sostenute da una reale conoscenza dei problemi della scuola e di chi ci lavora. Inutilmente abbiamo insistito perché si partisse da un serio rilevamento del fabbisogno di organico, cui far seguire l’indicazione di criteri e modalità di gestione del piano di assunzioni. Si è voluto fare l’esatto contrario, mettendo in piedi una procedura farraginosa, forzando le scelte di persone che oggi si vedono costrette ad affrontare il rischio di una mobilità territoriale insostenibile e assurda.
Le modalità di questo piano, oltre a non dare risposta alle legittime attese di tanti precari esclusi dalle procedure di assunzione, sembrano fatte apposta per alimentare nuovo contenzioso per le infinite lacune e contraddizioni che le disposizioni ministeriali contengono.
Questo c’è, dietro ai numeri di cui il governo mena vanto: molta confusione e il disagio di tanta gente che spesso vive con disperazione l’ipotesi di dover lasciare la famiglia per accettare una nomina in una qualunque delle province italiane. Non è, come vergognosamente si è detto, la pretesa di avere il lavoro sotto casa: da sempre, chi può va a cercare il lavoro dove c’è, come dimostra ampiamente la storia del precariato scolastico. E’ il governo a mettere tanta gente, senza che ve ne sia alcun reale motivo, nella condizione di fare una scelta davvero difficile e dolorosa.
Questo ci hanno detto, per settimane, le persone che hanno affollato le nostre sedi in ogni parte d’Italia; non abbiamo incontrato numeri, ma persone in carne e ossa, con il loro pesante carico di difficoltà e angosce. Anche questo fa la differenza tra un governo che vive di presunzione e arroganza e un sindacato a diretto e quotidiano contatto con i lavoratori e i loro problemi.
Roma, 14 agosto 2015
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola
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