Si sta ultimando in questi giorni la determinazione degli organici del personale docente per il prossimo anno scolastico. Gli alunni che frequenteranno a settembre le scuole statali di ogni ordine e grado saranno 33.000 in più rispetto al 2013/2014. L’incremento si registra soprattutto nella scuola primaria e nella scuola superiore delle regioni del centro-nord.
Mentre l’organico di diritto del personale docente riferito dell’anno scolastico che si sta concludendo è pari a 602.191, quello assegnato dal Miur alle Direzioni scolastiche regionali per il prossimo anno scolastico ammonta invece a 600.839 posti. Un taglio, dunque di 1352 posti, che non si giustifica e determina in molte regioni una vera “emergenza organici” :
· richieste di offerta formativa per la scuola dell’infanzia inevase
· iscrizioni al modello di orario a tempo pieno respinte
· classi fuori norma nelle superiori e soppressione di indirizzi di studio
L’anticipazione di posti dall’organico di fatto all’organico di diritto, realizzata sia nell’anno scolastico 2013/2014 che in quello ancor precedente del 2012/2013 e richiesta anche da molti direttori regionali, è stata finora negata da una posizione intransigente del Miur che mal si concilia con le esigenze di definire un organico a livello territoriale rispondente alle esigenze di una popolazione scolastica in crescita.
Cambiare verso vuol dire forse, per la scuola, rispondere tagliando le risorse dove cresce la popolazione scolastica?
La politica continua a considerare la scuola come un costo e non come un investimento: ci era sembrato di udire parole diverse, i fatti ancora non lo sono.
Roma, 20 giugno 2014
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola