Ecco arrivata, anche quest'anno, la "festa della donna”...
Ma, alla luce di tutti gli avvenimenti, che, soprattutto in questi ultimi tempi, hanno riguardato proprio le donne, forse il termine “festa” potrebbe essere improprio.
Chiamarla "festa", infatti, può portare a molteplici fraintendimenti e mistificazioni gestite ormai da un sempre più spietato mercato di mondanità che toglie alla donna la vera libertà di essere e di esprimersi per entrare a far parte di un cliché arido e banale.
Più corretto sarebbe richiamarsi, anche se già ben conosciuta, all'origine di questa celebrazione: un'origine che risale ai primi anni del '900 quando, negli Stati Uniti, per iniziativa del Partito Socialista Americano, fu ricordato lo sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che, un anno prima, avevano rivendicato con forza migliori condizioni di lavoro.
Ecco, noi Cisl Scuola Bergamo, con l'otto marzo vogliamo le conquiste sociali, economiche, politiche raggiunte dalle donne in anni e anni di faticose lotte, animate tutte dalla acuta intelligenza, dal grande coraggio e dalla capacità delle donne di donarsi con passione ad un ideale, senza soccombere alla fatica, alle discriminazioni, a tutte le difficoltà incontrate lungo il loro cammino.
Tanto è stato ottenuto, a cominciare dal diritto di voto: l'abolizione del delitto d'onore e del matrimonio riparatore, la riforma del diritto di famiglia, la parità di genere ma, se si volge lo sguardo a Paesi anche non molto distanti dal nostro, ci si accorge facilmente di quanto ci sia ancora da fare per combattere le discriminazioni che impediscono alle donne di esprimersi liberamente, nello studio, nel lavoro, e nella comunità.
La vera parità di genere non sempre si realizza nella quotidianità perché è subordinata alla parità di opportunità, nel lavoro, nella realizzazione personale, nell'impegno politico. Quando le opportunità vengono offerte, le donne danno sicuramente il meglio, superando ogni aspettativa.
Oggi nel nostro Paese tante donne, giovani e determinate, pur nelle loro differenti professionalità, ricoprono posti di rilievo, ma, accanto a loro, tante altre donne nell'imprenditoria, nella ricerca, nella medicina, nel sociale, lavorano alacremente, in silenzio, prendendosi cura di questo nostro mondo senza mai ambire ad un palcoscenico, né aspettarsi applausi, ma con umiltà e senso del dovere.
Ecco forse ciò che rende speciali le donne: l'umiltà nella grandezza.
È questo, a nostro parere, che dobbiamo testimoniare alle nostre figlie e ai nostri figli, ed è questo che dobbiamo "festeggiare" (e difendere) in questa giornata: il nostro desiderio di partecipare convintamente alla conquista di concrete “pari opportunità”.
Tutto il resto è retorica.
La Segretaria Generale
Paola Manzullo