2014-11-13 15:15:00

In corso l'incontro con la Ministra: l'intervento di Francesco Scrima

Si sta svolgendo al MIUR il previsto incontro tra la ministra Giannini e le organizzazioni sindacali con all’ordine del giorno il rapporto governativo su “La Buona Scuola”. Per l’amministrazione questa è l’occasione (!) per arricchire la consultazione con le osservazioni dei rappresentanti dei lavoratori.

Il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha - in primis - focalizzato il suo intervento circa il metodo seguito dall’esecutivo e dal ministero.

«Anche attraverso le relazioni sindacali si realizza quel dialogo sociale che l'Europa indica come fondamento essenziale di buon governo, come fattore decisivo per costruire condivisione e coesione sociale. Più di una volta invece, negli ultimi tempi, abbiamo avuto la netta impressione che il governo la pensi diversamente e che viva il rapporto con i sindacati come una fastidiosa e inutile incombenza», ha esordito Scrima.

«Niente di più sbagliato, perché il sindacalismo scolastico, nelle sue espressioni maggiormente rappresentative, ha sempre svolto un ruolo importante di promozione e sostegno ai processi di innovazione e di cambiamento; noi rappresentiamo peraltro quelle persone che non in astratto, ma nella concretezza del loro lavoro consentono alla scuola, ogni giorno, di dare risposte efficaci a una domanda formativa sempre più vasta, articolata e complessa.

Un governo interessato alla qualità dei suoi progetti avrebbe dunque tutto l'interesse a valorizzare il confronto con le parti sociali; un confronto che le nuove opportunità di consultazione on line possono integrare e arricchire, ma non sostituire.

Purtroppo le modalità con cui si è fin qui condotta la consultazione sulla Buona Scuola, fatta di presenze “mordi e fuggi” sul territorio e - per quanto ci riguarda - dell'unica odierna convocazione lasciano molto a desiderare», ha osservato il leader della Cisl Scuola.

«Non ci pare superfluo fare questa premessa di metodo, prima di esporre in rapida sintesi i punti su cui la nostra organizzazione pone obiezioni al rapporto Buona Scuola, ma anche altri su cui ha

ritenuto indispensabile avviare percorsi di mobilitazione per le mancate risposte a problemi da lungo tempo presenti e per le ipotesi ricorrenti di intervento su materie che appartengono all'ambito delle prerogative contrattuali.

Per una più dettagliata illustrazione delle nostre posizioni facciamo rinvio al dossier "Noi e la buona scuola" che avevamo elaborato come contributo a un confronto che non siamo stati

messi in condizione di svolgere. Apprezziamo la disponibilità ad attuare un piano straordinario di assunzioni, in un quadro che a nostro avviso dovrebbe assumere in termini più espliciti due criteri di riferimento: il primo, dare alla scuola i posti necessari al suo ordinato funzionamento, superando la logica dei tetti di organico; il secondo, dare stabilità al lavoro, assumendo a tempo indeterminato il personale che da anni lavora precariamente con contratti di durata annuale».

«La proposta governativa, che pone grande enfasi sulla quantità di assunzioni ma non risolve i dubbi sulla effettiva praticabilità a partire dalla copertura economica» - ha proseguito Scrima nella sua esposizione - «non dà invece risposta a tantissime situazioni di lavoro precario destinate a rimanere tali se l'unico requisito che darà titolo all'assunzione sarà l'inclusione nelle GAE.

Sulle carriere dei docenti, poniamo obiezioni di merito è di metodo. Sul piano dei contenuti, dissentiamo da una proposta che pone inopinatamente in conflitto anzianità è merito, contrariamente a

quanto avviene nella stragrande maggioranza dei paesi in cui entrambi i fattori sono presi in considerazione. Da parte nostra non c'è opposizione "ideologica" a rivedere i percorsi di carriera

arricchendoli con nuovi elementi di valorizzazione professionale: indichiamo proprio nel contratto vigente il riferimento utile a riprendere un ragionamento che da tempo ci vede impegnati a

individuare soluzioni che sono in sé di oggettiva difficoltà, ma scontano soprattutto il livello mediamente basso delle retribuzioni, circostanza che ha fin qui costituito l'ostacolo più duro da

superare. Circostanza che basta da sola a spiegare perché non sia ritenuta accettabile una proposta autofinanziata con la penalizzazione retributiva di una parte della categoria. Una proposta

che si muove in direzione esattamente opposta all'esigenza di favorire atteggiamenti di collaborazione e cooperazione fra i docenti nella progettazione e gestione delle attività».

«Sotto il profilo del metodo, non potremmo non denunciare la violazione delle norme che assegnano all'ambito negoziale la disciplina degli aspetti retributivi del rapporto di lavoro, qualora

si intendesse procedere su questa materia attraverso atti di natura legislativa.

Il tema del contratto, su cui voglio concludere il mio intervento, ci riporta al tema di fondo della mobilitazione che in questi giorni si è espressa con la grande manifestazione di sabato scorso a Roma con le altre categorie del lavoro pubblico.

Negare al comparto scuola il rinnovo di un contratto fermo da anni, prefigurare invasioni di campo su materie contrattuali, significa smentire clamorosamente nei fatti le tante dichiarazioni

sull'asserita centralità delle politiche scolastiche nell'azione di governo e sulla valorizzazione del lavoro nella scuola».

«Poiché il nostro è un sindacato che si confronta su proposte puntuali e chiare», ha concluso Scrima, «non condizionato da logiche e dinamiche di schieramento politico, diciamo anche a lei,

sig.ra Ministra - nostra diretta controparte negoziale - che oggi l'obiettivo della nostra mobilitazione è avere una risposta chiara sul rinnovo del contratto, per il quale devono essere stanziate nella

legge di stabilità le risorse indispensabili. Andremo con questa richiesta all'incontro di lunedì a palazzo Chigi, valutando dagli esiti dell'incontro se la mobilitazione avrà ottenuto risposte o se

dovrà proseguire e intensificarsi».

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